SHORTS di W. H. Auden  Musica di Gerardo Tristano


A cura di Patrizia Balestra

La musica contemporanea sta recuperando da un ventennio a questa parte un certo rapporto con la “tradizione”, inteso come recupero della comunicazione con il pubblico.
Dopo alcuni decenni, tra gli anni Sessanta e Ottanta, di sperimentazioni estreme e la perdita della possibilità di un riferimento a un sistema linguistico codificato, l’avanguardia musicale aveva per così dire “interrotto” quella comunicazione di un sistema musicale collegato a delle facoltà espressive.
La recente musica contemporanea sta ora vivendo un più sereno momento di ispirazione, in cui la ricerca di nuovi processi mentali, poetici, estetici e tecnici (usati per liberare il campo delle possibilità espressive), è ancora in atto ma è felicemente “contenuta” entro una forma scaturita dalle strategie e dai percorsi che l’Autore vuole imprimere al linguaggio.
Una conferma è la recente composizione di Gerardo Tristano, SHORTS, per soprano e 11 strumenti, in cui la forma si modella al processo linguistico (musicale e verbale), divenendo un tutt’uno. Si tratta di un lavoro ben dosato nei suoi effetti timbrici, in cui le parti strumentali (2 fl., 2 vl., 2 vc., 1 cl., 1 basso tuba, 1 c.b. in sib, perc. e pf.) si integrano con la voce di soprano sull’omonimo testo del poeta e drammaturgo W. H. Auden (lo stesso autore del teatro musicale di Stravinskij e Britten).
Tristano riannoda felicemente quel sistema di comunicazioni interrotto: la sua musica instaura un rapporto aperto con l’ascoltatore, al quale chiede un rapporto attivo. Sono pagine che esprimono una dimensione di necessità interiore, espressa sia nella parte vocale - giocata ora con un’ampiezza di registro, ora su toni declamati – che in quella strumentale, autentici slanci interiori variamente frastagliati.
E’ un soggettivismo quello proposto dal Nostro compositore che consente una libertà di atteggiamenti infiniti: niente più concetti di struttura o di casualità, di grafismo, ecc., ma una propensione al racconto, al sogno, talvolta con toni crepuscolari, che ci ben dispone verso l’arte del manufatto, dell’attività artigianale. L’opera torna a “raccontare” un mondo, a sollecitare sentimenti ed emozioni. Non c’è tensione in queste pagine; la ricerca del Nostro compositore, forse meno profonda che in passato, ne guadagna però in immediatezza, sapientemente giocata su un piano di assonanze, simmetrie, referenze psicologiche e descrittive.

 

A cura di Giovanna Marcone

[...]La ricerca di nuove possibilità espressive si manifesta nella realizzazione musicale di quel distillato di gocce di poesia scritte da Wystan Hugh Hauden. Composizioni di durata minima, scarne, dove si addensa un'esperienza o una pura percezione o una fulminea verità. Il contemporaneo compositore Gerardo Tristano ha utilizzato svariate risorse sonore per tradurre musicalmente gli epigrammi del poeta che possono essere considerati un condensato di contrasti: versi seri scritti su un sottofondo comico. I contrastanti sentimenti di amore e disperazione, amore ed ironia sono magistralmente sperimentati e realizzati da un nuovo rapporto tra le dimensioni orizzontale e verticale della musica, volto non solo a finalità timbriche. La voce del soprano solista si articola tra la pluralità degli strumenti recuperando la dimensione spaziale attraverso un libero contrappunto. Gli strumenti incarnano sia la dimensione verticale che quella temporale, attraverso una sapiente scansione di ritmi dai colori multietnici. I brevi aforismi trovano, così, la loro “naturale” sonorizzazione nel rapporto dialogico tra la voce e le sonorità strumentali che incarnano le dimensioni spaziale e temporale della musica.

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