La musica contemporanea sta recuperando da un ventennio a questa parte un certo
rapporto con la “tradizione”, inteso come recupero della comunicazione con il
pubblico.
Dopo alcuni decenni, tra gli anni Sessanta e Ottanta, di sperimentazioni estreme
e la perdita della possibilità di un riferimento a un sistema linguistico
codificato, l’avanguardia musicale aveva per così dire “interrotto” quella
comunicazione di un sistema musicale collegato a delle facoltà espressive.
La recente musica contemporanea sta ora vivendo un più sereno momento di
ispirazione, in cui la ricerca di nuovi processi mentali, poetici, estetici e
tecnici (usati per liberare il campo delle possibilità espressive), è ancora in
atto ma è felicemente “contenuta” entro una forma scaturita dalle strategie e
dai percorsi che l’Autore vuole imprimere al linguaggio.
Una conferma è la recente composizione di Gerardo Tristano, SHORTS, per soprano
e 11 strumenti, in cui la forma si modella al processo linguistico (musicale e
verbale), divenendo un tutt’uno. Si tratta di un lavoro ben dosato nei suoi
effetti timbrici, in cui le parti strumentali (2 fl., 2 vl., 2 vc., 1 cl., 1
basso tuba, 1 c.b. in sib, perc. e pf.) si integrano con la voce di soprano
sull’omonimo testo del poeta e drammaturgo W. H. Auden (lo stesso autore del
teatro musicale di Stravinskij e Britten).
Tristano riannoda felicemente quel sistema di comunicazioni interrotto: la sua
musica instaura un rapporto aperto con l’ascoltatore, al quale chiede un
rapporto attivo. Sono pagine che esprimono una dimensione di necessità
interiore, espressa sia nella parte vocale - giocata ora con un’ampiezza di
registro, ora su toni declamati – che in quella strumentale, autentici slanci
interiori variamente frastagliati.
E’ un soggettivismo quello proposto dal Nostro compositore che consente una
libertà di atteggiamenti infiniti: niente più concetti di struttura o di
casualità, di grafismo, ecc., ma una propensione al racconto, al sogno, talvolta
con toni crepuscolari, che ci ben dispone verso l’arte del manufatto,
dell’attività artigianale. L’opera torna a “raccontare” un mondo, a sollecitare
sentimenti ed emozioni. Non c’è tensione in queste pagine; la ricerca del Nostro
compositore, forse meno profonda che in passato, ne guadagna però in
immediatezza, sapientemente giocata su un piano di assonanze, simmetrie,
referenze psicologiche e descrittive.